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Inquinamento Indoor: aria più pulita nelle nostre case grazie ai metilotrofi

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Verso la fine degli anni ‘80 la NASA condusse uno studio approfondito sulla capacità delle piante da appartamento di purificare l’aria. Dalla ricerca emerse un risultato molto interessante: le piante non solo sono in grado attraverso la fotosintesi clorofilliana di assorbire anidride carbonica e di rilasciare ossigeno, ma molte di esse riescono a neutralizzare sostanze organiche volatili (VOC) spesso presenti nelle nostre abitazioni grazie a degli enzimi detti metilotrofi. La natura, ancora una volta, ci dimostra di avere sempre soluzioni efficaci ad impatto e costo zero. Ecco dunque le 15 piante da interno che meglio possono aiutarci a pulire l’aria dei nostri appartamenti, rendendo le nostre case più salubri e sicure:

Sansevieria trifasciata ‘Laurentii’ – Nota anche come lingua di suocera, questa pianta da interni è una delle più efficaci nel depurare l’aria. E’ in grado di filtrare e rendere inoffensiva la formaldeide spesso presente nei prodotti per la pulizia, nella carta igienica o nei tessuti per la cura personale. Sistematene una in bagno: saprà prosperare anche in condizioni di luce scarsa.

Ficus benjamina – Questa pianta molto diffusa può aiutarci a filtrare molti agenti inquinanti come la formaldeide, contenuta nei tappeti e nei mobili di casa, ma anche il tricloroetilene ed il benzene. Il ficus non è una pianta facilissima, ma se scegliete una posizione in casa dove c’è la giusta esposizione solare ed effettuate un’annaffiatura regolare, sarà molto longeva.

Chrysantheium morifolium – I coloratissimi fiori del crisantemo oltre a donare una nota di vivacità alla vostra casa o al vostro ufficio, vi aiuteranno a filtrare il benzene, normalmente presente nei collanti, nelle vernici, nelle plastiche e nei detersivi. Ricordatevi di collocarlo in un punto dove possa godere della luce intensa del sole che farà germogliare i suoi fiori.

Aloe vera – Questa pianta, appartenente alla famiglia delle succulente, è molto semplice da coltivare e può dimostrarsi un fidato alleato contro la formaldeide e il benzene. Un buon posto per collocarla potrebbe essere una finestra ben illuminata in cucina. Oltre alle sue proprietà purificanti dell’aria dal suo estratto si ottengono delle ottime creme lenitive per la pelle.

Dracaena marginata – Grazie alle sue bordature di un rosso intenso, la dracena aggiunge sicuramente un tocco di colore ai nostri ambienti ed il suo arbusto può crescere per diversi metri. E’ l’ideale per combattere sostanze come lo xilene, il tricloroetilene e la formaldeide, che come abbiamo già detto possono essere presenti in lacche o vernici.

Dracaena deremensis Warneckii – Può combattere gli agenti inquinanti contenuti in oli e vernici. Cresce in modo rigoglioso anche in presenza di scarsa luce. Il suo fusto sottile è sovrastato da una chioma di foglie allungate e può raggiungere un’altezza sorprendente.

Rhododendron simsii – Questo fantastico arbusto fiorito è perfetto per combattere la formaldeide presente nel compensato e nelle schiume isolanti. La loro capacità filtrante sembra essere maggiore se esposte in un luogo fresco, l’importante che sia ben illuminato.

Scindapsus aures – Un’altra fedele alleata nella lotta alla formaldeide. Vi consigliamo di posizionarne qualche vaso nel vostro garage, dove a causa dei gas di scarico ricchi di formaldeide l’aria non sarà delle migliori, E’ una pianta molto robusta e spartana ed è in grado di crescere anche con scarsa luce.

Gerbera jamesonii – La gerbera è una pianta da fiore ideale per rimuovere la trielina, spesso presente nei capi d’abbigliamento lavati a secco. Ponetela nella vostra lavanderia o in stanza da letto ma fate attenzione: ha bisogno di molta luce. Di notte meglio rimuoverla dalle stanze in cui dormite.

Hedera helix – L’edera è ottima per inibire la formaldeide presente in molti prodotti per la pulizia della casa. Inoltre sembra che sia in grado di ridurre la diffusione di particelle inquinanti trasmesse con le feci degli animali domestici.

Philodendron oxycardium – Questa pianta rampicante non è indicata in quelle famiglie dove ci sono bimbi piccoli o animali domestici, poiché risulta estremamente tossica se ingerita. In compenso è ottima nel filtraggio delle sostanze inquinanti volatili in particolare con la formaldeide.

Chamaedorea sefritzii – Questa piccola palma cresce bene in zone d’ombra e spesso produce fiori e piccoli frutti. E’ uno dei migliori filtri naturali contro il benzene e il tricloroetilene ma è anche capace di neutralizzare la formaldeide.

Spathiphyllum Mauna Loa – Questo giglio richiede una esposizione in penombra ed una annaffiatura regolare una volta la settimana per poter produrre i suoi candidi fiori bianchi. E’ imbattibile nella lotta dei più comuni composti organici volatili, quali il benzene, la formaldeide e il tricloroetilene ma risulta efficace anche con toluene e xilene.

Aglaonema Crispum Deborah – L’Aglaonema cresce anche in condizioni di scarsa luce e produce fiori e frutti rossi. E’ in grado di filtrare diversi inquinanti atmosferici.

Chlorophytum comosum – Se non avete un pollice verde invidiabile la il falangio è la pianta che fa per voi. Molto resistente, poco soggetta a malattie, facile da allevare necessita solo di molta luce. Grazie al suo fitto fogliame e ai fiori bianchi la pianta è in grado di filtrare benzene, ossido di carbonio, formaldeide e xilene.

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Inquinamento aria: secondo OMS e OCSE, in Europa 600.000 morti l’anno

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L’inquinamento atmosferico costa alle economie europee qualcosa come 1,6 miliardi di dollari l’anno, ovvero quasi un decimo del prodotto interno lordo (PIL) di tutta l’Unione europea nel 2013. A rivelarlo è uno studio reso noto ad Haifa dall’OMS e dall’OCSE riferito all’inquinamento dell’aria in Europa nel 2010. Secondo l’organizzazione mondiale della sanità, 9 cittadini su 10 respirano aria inquinata, centinaia di migliaia si ammalano, 600 mila muoiono per una patologia cardiocircolatoria o per tumore al polmone, sono 33 mila l’anno in Italia.

L’Unione brucia il 5% del suo PIL, per far fronte ai danni di questa catastrofe: 1463 miliardi di euro, 88 pesano sull’Italia, quasi il 5% della ricchezza nazionale. In Italia nessuna città, secondo l’OMS, si salva dall’inquinamento dell’aria: nonostante un miglioramento complessivo nei livelli di inquinamento aria registrato negli ultimi anni, milioni di persone soprattutto nella Pianura Padana sono esposte a concentrazioni medie annuali di Pm10, Pm2,5, NO2 ed O3 superiori ai valori di riferimento forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

I principali settori che contribuiscono all’emissione di questi macroinquinanti sono quello industriale (per gli ossidi di zolfo), i trasporti marittimi (per i Nmvoc) e stradali (per gli ossidi di azoto e benzene) e quello del riscaldamento e produzione di calore (per il monossido di carbonio e polveri sottili). Prevalentemente di origine industriale l’emissione dei microinquinanti quali metalli pesanti, diossine, Pcb e Ipa. “Frenare gli effetti sulla salute dell’inquinamento atmosferico paga.

Le prove che abbiamo presentato forniscono ai decisori un motivo valido per agire. – ha detto Zsuzsanna Jakab, direttore regionale dell’OMS per l’Europa – Il lavoro intersettoriale che abbiamo fatto è la spina dorsale del programma che abbiamo avviato 26 anni fa sull’ambiente e la salute, ed è ancora più importante oggi nelle discussioni che si svolgono in questo incontro di Haifa”.

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Rapporto OMS 2016: 12,6 milioni di morti all’anno per colpa dell’inquinamento

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Fattori di rischio ambientali, come l’aria, l’acqua e l’inquinamento del suolo, le esposizioni chimiche, i cambiamenti climatici e le radiazioni ultraviolette, contribuiscono a più di cento malattie e lesioni e causano 1 decesso su 4 sul totale delle morti. Ictus e cardiopatie le cause di morti più frequenti per colpa dell’inquinamento.

L’inquinamento uccide ogni anno 12,6 milioni di persone nel mondo. In pratica una morte su quattro del totale delle morti. E la colpa è dell’acqua poco salubre, dell’aria inquinata, del suolo contaminato, dei cambiamenti climatici, delle radiazioni ultraviolette e delle diverse esposizioni chimiche che sono la causa diretta o indiretta di almeno 103 malattie sulle 133 esaminate e per le quali si evidenzia un nesso causale con l’inquinamento. I dati sono stati diffusi oggi dall’OMS che ha presentato il secondo rapporto su “La prevenzione delle malattie attraverso ambienti sani: una valutazione globale del carico di malattia da rischi ambientali“, che giunge a dieci anni esatti dal primo report sul tema dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. I decessi dovuti a malattie non trasmissibili (MNT), in gran parte attribuibili all’inquinamento atmosferico (compresa l’esposizione al fumo di tabacco di seconda mano), costituiscono il grosso delle morti per inquinamento per un totale di 8,2 milioni di decessi. Stiamo parlando di ictus e malattie cardiovascolari, tumori e malattie respiratorie croniche che da sole sono quindi quasi i due terzi dei decessi correlati all’inquinamento. Mentre le morti per malattie infettive, come la diarrea e la malaria, spesso legate all’acqua insalubre, a servizi igienico-sanitari scadenti e alla gestione dei rifiuti, sono in diminuzione. E questo grazie al maggiore accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici che stati fattori chiave per combattere le morti dovute a un ambiente di vita insalubre insieme a un migliore accesso alle vaccinazioni, a zanzariere trattate con insetticida e alla disponibilità di farmaci essenziali. I rischi ambientali fanno pagare il loro pedaggio più pesante ai bambini e agli anziani: i bambini sotto i 5 anni e gli adulti di età compresa tra 50 e 75 anni sono infatti i più colpiti. Ogni anno, la morte di 1,7 milioni di bambini sotto i 5 e di 4,9 milioni di adulti di età compresa tra 50 a 75 potrebbero essere evitate attraverso una migliore gestione ambientale. A livello globale sono i paesi a basso e medio reddito del Sud-Est asiatico e quelli del Pacifico occidentale i più colpiti dalla morte per inquinamento con un totale di 7,3 milioni di morti. Seguono i paesi africani con 2,2 milioni di morti, la regione europea dell’OMS con 1,4 milioni, i Paesi dell’Est del Mediterraneo con 854mila morti e infine le due Americhe con 847mila decessi.

Principali cause di decessi legate all’ambiente:

  1. Ictus – 2,5 milioni di morti ogni anno
  2. Cardiopatia ischemica – 2,3 milioni di morti ogni anno
  3. Lesioni involontarie (come morti per incidenti stradali) – 1,7 milioni di morti ogni anno
  4. Tumori – 1,7 milioni di morti ogni anno
  5. Malattie respiratorie croniche – 1,4 milioni di morti ogni anno
  6. Malattie diarroiche – 846.000 decessi all’anno
  7. Infezioni delle vie respiratorie – 567.000 decessi all’anno
  8. Condizioni neonatali – 270.000 decessi all’anno
  9. Malaria – 259.000 decessi all’anno
  10. Lesioni intenzionali (come ad esempio i suicidi) – 246.000 decessi all’anno

Come ridurre l’impatto dei fattori ambientali?
L’utilizzo di tecnologie pulite, per la cottura dei cibi, il riscaldamento e l’illuminazione potrebbe ridurre le infezioni respiratorie acute, le malattie respiratorie croniche, le malattie cardiovascolari e ustioni. Aumentare l’accesso all’acqua potabile e servizi igienici adeguati insieme alla promozione del lavaggio delle mani ridurrebbe ulteriormente le malattie diarroiche. Ma anche intervenire sulle legislazioni sul tabacco per ridurre l’esposizione al fumo passivo darebbe una scossa alla lotta contro malattie cardiovascolari e respiratorie.

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L’ecologia alla Scala: CO2, una lunga storia d’amore tra uomo e natura

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Da Adamo ed Eva al Protocollo di Kyoto. In poco più di novanta minuti. Ecco CO2, l’opera di Giorgio Battistelli che il 16 maggio debutterà al Teatro alla Scala. Dopo la Turandot di Puccini, che il 1° maggio inaugurerà la stagione di Expo, il teatro ha voluto mettere in cartellone un titolo contemporaneo per l’evento che richiamerà a Milano turisti da tutto il mondo.

L’ambiente al centro della partitura che il compositore di Albano Laziale, classe 1953, ha tratto dal libro “Una scomoda verità” del premio Nobel americano Al Gore. “La grande sfida è stata quella di costruire una drammaturgia su un soggetto così particolare perché Al Gore propone una serie di schede dettagliate sullo stato di salute del nostro pianeta. Per raccontare il rapporto complesso tra uomo e natura, anticipa Battistelli, ho voluto fare un viaggio nei secoli che parte dalla Genesi e si chiude con una visione apocalittica“.

L’opera ha una struttura simbolica, nove scene e un epilogo con un filo conduttore che è il rapporto tra uomo e natura: si parte da Adamo ed Eva e si arriva allo tsunami. A guidare lo spettatore la figura di uno scienziato, David Adamson, che tradotto significa figlio di Adamo. “Raccontiamo le deturpazioni che il mondo ha subito e le catastrofi naturali. C’è una danza degli uragani dove sfilano le maggiori calamità che hanno messo in ginocchio varie zone del pianeta negli ultimi 25 anni, conclude Battistelli, e c’è quello che l’uomo ha provato a fare per tutelare la terra: mettiamo in scena il Vertice di Kyoto con i delegati che, discutendo di clima, parleranno ognuno nella propria lingua, inglese, arabo, russo e giapponese. Il finale racconta l’Apocalisse con quattro arcangeli che dialogano con quattro scienziati“.